CEPPO DI GRÈ
I ceppi della Bergamasca sono due tipi diversi di pietra molto particolare presente esclusivamente alle falde del Monte Clemo e sul lago d’Iseo.
Si tratta di placche isolate e note sin dall’antichità, sono il risultato di una fase importante in età quaternaria di demolizione in massa dei versanti e accumulo di potenti corpi detritici.
Il materiale di cui è costituita questa breccia è in pezzi spigolosi delle più varie dimensioni, fortemente saldati da un cemento calcareo grigio chiaro.
Queste pietre sono molto apprezzate sia in Italia che all’estero: molte opere, sia in epoca storica, sia in anni recentissimi, hanno visto l’impiego del ceppo come materiale lapideo di costruzione, di rivestimento e pavimentazione.
I ceppi della Bergamasca vengono distinti in tre varietà:
Ceppo di Gré. Definito come breccia dolomitica fortemente cementata, con buoni valori di resistenza meccanica che lo rendono particolarmente adatto a impieghi di rivestimento e pavimento sia esterni che interni. In generale ha frammenti grigiastri in un fondo grigio-giallastro. Comprende depositi di versante, depositi glaciali e depositi alluvionali riferiti al Pleistocene inferiore e medio.
L’utilizzo è stato imponente a partire dal primo dopoguerra a Milano ed in altre città. Esempi significativi sono l’edificio di via P. Rossi 52 (1926) di G. Zanini, la casa dei Giornalisti (1936) di G. Muzio, l’ampliamento del Linificio-Canapificio (1938) e l’ampliamento di Casa degli Atellani (1952) di P. Portaluppi. Il Ceppo di Gré è ancora molto utilizzato: nell’ampliamento dell’Università Bocconi realizzato da Grafton architects negli anni 2003-08, le lastre, applicate su un telaio metallico, rivestono le facciate e sono state utilizzate anche per la pavimentazione esterna.
Ceppo di Poltragno e ceppo brecciola. Si tratta di pietre naturali grigie, molto dure e porose, distinte per una maggiore presenza di elementi e ciottoli, più arrotondati nella brecciola.